Quando è iniziato, a settembre, il mio nuovo-vecchio lavoro, con un contratto a tempo indeterminato in tasca (indeterminato! ahahah!), ho avuto per un attimo un po' d'ansia.
La vertigine di varcare la porta a vetri del palazzo dell'ufficio e pensare che l'indeterminatezza è ripetere questo gesto x volte, per x anni.
Mi sentivo arrivata, quando per un sacco di tempo sono stata alla ricerca.
Mi sentivo che avevo raggiunto la meta. E se poi non mi piaceva? E se poi a stare qua non scoprissi mai che nel mondo là fuori c'è di meglio? (e se non riuscissi a far pace con la consecutio temporum, ma questa è un'altra storia).
Non tutto è detto, certo. Esiste il mobbing, o la chiusura attività, per tornare subito on the road. Però devo fare i conti con la situazione attuale: un lavoro che mi piace, in un posto che mi piace, con un contratto senza fine.
Lo smarrimento è passato presto.
Mi sono imbarcata in un nuovo progetto.
E così, oltre al lavoro, due bimbe e un cane, c'è qualcosa d'altro, di cui non parlerò - per adesso.
Così vi tengo legati al blog fino alla rivelazione :-)
Quello che volevo scrivere è che avere un nuovo obiettivo mi distoglie dalla sensazione di "stop" che mi prendeva i primi giorni.
Anche se non so bene cosa scrivere adesso nel blog.
Ne dovrò aprire un altro.