venerdì 26 luglio 2013

Anche seguire i lavori è un duro lavoro

Siamo egregiamente sopravvissuti alla varicella, che ha colpito i 3/4 della famiglia in un mese, per piombare in un altro vortice: la ristrutturazione.

Opere rinviate già dai tempi dell'attesa della primogenita, e forse c'era una ragione.

Mi sono ritrovata nello show-room a scegliere le piastrelle mentre pensavo che si stavano rompendo le acque (falso allarme) e a rinviare l'appuntamento per l'ordine definitivo della cucina perché avevo partorito 11 ore prima.

Poi, una settimana dopo che la piccolissima ha avuto la varicella, ci siamo trasferiti in un appartamento nella montagna della nostra provincia per lasciare il campo a un muratore che promette di rifare la casa e finora l'ha solo sventrata, e ogni giorno telefona ripetendo come un mantra: "già che ci siamo, si potrebbe anche..." e ogni miglioria ha la tariffa fissa di 500 euro.

Quindi, con in braccio la neonata, ho dovuto organizzare il trasloco di noi 4 nella ridente località montanara, dove il telefono non prende e neanche la connessione internet; lo sgombero dei mobili della cucina, regalati alla discarica; la vendita, in 24 ore, di alcuni elettrodomestici perché chi li doveva prendere a-gratis non li voleva più e occupavano dello spazio del condominio; le telefonate frenetiche per capire come funzionano le detrazioni sui lavori di ristrutturazione, e poi sui mobili, e poi sugli elettrodomestici, tanto che la pupa quattrenne, un giorno, ha detto che da grande voleva fare "la commercialista".

Tra i piccoli problemi sorti finora:

- la vicina di casa che si sente autorizzata a contestare la metodologia dei lavori in quanto parente di geometra;

- il mattino del mio compleanno in cui il nostro distruttore ha chiamato dicendo che il progetto della cucina era sbagliato e non ci stava il frigo (salvo, due ore dopo, ammettere candidamente che si era sbagliato);

- il vicino del piano di sotto che si è trovato il bagno allagato, e non solo d'acqua.

Insomma, un duro lavoro. E devo dire che anche fare la mamma a tempo pieno non è una passeggiata, anche perché chi mi sta incollata, si sveglia di notte e mi fa preoccupare è proprio lei,l'aspirante commercialista.

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