giovedì 12 maggio 2016

Lavorare da mamme

Se volete rovinarvi la giornata, ecco un'indagine dell’Osservatorio nazionale di statistica del mercato del lavoro sull'occupazione femminile, in particolare dopo la maternità (fonte: Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro).
Se è evidente che le difficoltà di conciliazione vita privata/lavoro è tutta sulle spalle delle donne, quel che fa riflettere è che non è così dappertutto (tipo in Svezia, dove lavorano l'80% delle donne e la differenza con i maschi attivi è solo del 3%) - quindi si può fare, e noi dobbiamo pretenderla, una conciliazione che davvero sostenga la famiglia.
E quando dico che la pretesa deve venire da "noi", non intendo solo le donne: è un clamoroso autogol pensare che l'occupazione femminile riguardi le femmine. Per dirne una, se più donne lavorassero, anche le pensioni dei maschietti trentenni sarebbero più alte. Per tacere di tutte le risorse che si perdono escludendo metà popolazione dal lavoro.
E poi quello che mi fa incazzare, di brutto, è che nel 2016 ci sia ancora una percentuale così rilevante di donne che "scelgano" di non lavorare, e io mi immagino che se al nord sono il 22,9% e al sud il 52,7%, forse il 29,8% di scarto non l'ha fatto solo solo per dedicarsi alla famiglia. Ecco.


 Donne 25-54 anni di età per condizione occupazione e ripartizione geografica (media 2015).

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