martedì 10 luglio 2012

Oggi

Ora.
Io sono una roccia, certo, ma dentro anch’io soffro un poco.

C’è che dal 29 maggio non entro più a casa mia. Prima il terremoto, per cui abbiamo cercato di spostarci il più lontano possibile dall’epicentro, compatibilmente con il lavoro che è proseguito e naturalmente con le nostre possibilità (grazie mamma che ci hai ospitati). Poi due settimane di (benedette) ferie. Poi l’invasione biblica di pulci, che a scriverlo mi sembra una barzelletta, e invece è il 16° giorno che passiamo fuori. Ieri sera ho fatto un salto in casa e una era ancora viva, mi ha morso. Ora non è più viva, ma ce ne sono altre? Possiamo rientrare? E chi lava i pavimenti, i piatti, i giochi dall’antiparassitario che abbiamo dato 3 volte in due settimane?

C’è che tra un mese e mezzo scado. Altre volte è scaduto il mio contratto, ma ero quasi sempre sollevata dal fatto che ne vedevo la fine –soprattutto al supermercato, quando nell’ultimo mese mi hanno messa a rifornire scaffali al mattino alle 5; ma anche la fine del mio stage delirante è stata accolta con sollievo. Ora invece sto meditando di corrompere la persona che sostituisco perché si licenzi e mi lasci il posto: quanti soldi le dovrei dare per farla stare a casa con la sua bambina? Metà stipendio? Perché in questo posto bellissimo che a fine agosto lascio, oltre a tutto il resto –mansione interessante, clima collaborativo e disteso, vicinanza a casa – c’è anche lo stipendio migliore che abbia mai preso, e magari metà potrei reinvestirlo per corrompere la concorrenza.

C’è il fatto che la prole è giustamente al mare con i nonni, e quindi lontano.

C’è che l’altra metà del cielo è alle prese con il-peggior-periodo-lavorativo-dell’anno, che comporta piccole scintille e rischio incendio (e a volte, temo, autocombustione), e tutto ciò non è rilassante.

Come dicevo, soffro in silenzio, non mi spezzo e rifletto su come diamo per scontate tante cose, anche solo una casa a cui tornare con dentro le proprie cose – la crema idratante, la tazza della colazione, il pc con una connessione internet!!, ma anche solo l’odiatissima macchinetta per la depilazione. Mai avrei detto che mi sarebbe mancato il Silkepil. Ho scoperto l’acqua calda, insomma. (L’avevo detto, no, che oggi è una giornata difficile? Non sono particolarmente indulgente nemmeno con me stessa.)
A tutto questo rispondo così.

1 commento:

  1. Dire: fatti forza è facile per me... più complicato per te riuscirci... però cavolo... è proprio vero: sei granitica!

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