giovedì 2 agosto 2012

Colleghi

Sono fortunata, faccio un lavoro che mi piace molto. Lavoro nell’ufficio personale.
Mi piace perché adoro lavorare in mezzo alle “carte”, e negli anni ho scoperto di essere amministrativa inside.
Mi piace perché sono curiosa rispetto alle norme, ed essendo così intransigente di carattere, mi piace poterle applicare.
E mi piace perché ho a che fare con le persone, pur non avendole tutto il giorno in mezzo ai piedi –predisposizione al contatto con il pubblico: onestamente, scarsa.

I lavoratori con cui ho a che fare transitano per l’ufficio in carne e ossa o sottoforma di carta, appunto –certificati di malattie, attestati di matrimonio, richieste di permessi per parenti disabili. Ma anche anticipi del TFR perché si compra casa, o contestazioni disciplinari, come per quello che, a causa del pneumatico da riparare, non si è presentato tutto il giorno.
Io mi affeziono alla gente. Ci vuole del tempo per conoscerli, almeno due o tre mesi solo per masticarne nome e cognome, e poi mesi e mesi per ricordarsi, per ognuno, per cosa è “famoso”.
Mattia girano voci che abbia picchiato la compagna. Dopo un paio di settimane ha annunciato le sue nozze. (!!).
Ahmed l’algerino ha i miei stessi orari. Ogni mattina ci troviamo silenziosamente alla macchinetta del caffè. Ci ho messo un po’ per collegare la sua faccia al suo nome, d’altra parte qua dentro siamo in 260.
Jessica è una ragazza molto carina, aspetto curato, vivace. Si ammala sempre, in genere grossi raffreddori. Oppure si infortuna. Questo inverno è stata parecchi giorni a casa perché si è ammalato il suo piccolo. Una volta che è passata in ufficio per darmi un documento si stava schiacciando un dito nella porta. Le ho chiesto come stava suo figlio, perché sai, la mia ha la stessa età: è nato pure lui nel 2009, vero? No, mi corregge lei, nel 2010. Quando esce controllo nell’anagrafica: dicembre 2009. Aiuto.
Walter mi ha scritto, appena arrivata, una mail che diceva: “benarrivata, mi dispiace presentarmi così,ma ho un problema sul cartellino…” ecc. ecc. Qualche tempo dopo, spulciando nella posta elettronica della ragazza che mi ha preceduto, ho trovato una sua mail con incipit identico.
Virginia è una signora dell’est Europa. Non l’ho mai vista, ma per diversi mesi ha conquistato il mio personalissimo premio “cartellino d’oro”: un cartellino pulitissimo, senza un ritardo, un giorno di ferie, una sbavatura.
Antonio è fratello di Riccardo ed è cognato di Maurizio. Riccardo, a sua volta, è cognato di Alessandro.
La sig.ra Patrizia non è più giovane. E’ magrissima, con lunghi capelli biondi sfibrati, e piena di energia. Abita “nella bassa”, e con il terremoto la sua casa non è più agibile. Quella di fianco è venuta giù, ha detto. Non ha perso un giorno di lavoro, “tanto che ci sto a fare a casa?”.
Ferdinando, invece, col terremoto se l’è fatta addosso. Non è l’unico, certo. Lui però il 29 maggio mattina è uscito dallo stabilimento, ha preso la macchina ed è andato all’aeroporto. Da lì, un volo fino in Sicilia, dove già c’era la sua famiglia. Ha mandato un certificato medico di due settimane, dicendo: “Io non ce la faccio a tornare”.
Andrea ha un cartellino che fa schifo. Quando non è in ritardo, si dimentica di timbrare. Fa straordinari, poi si scorda di farseli autorizzare. Però “è tanto bravo”, dicono. A me sta già sul cazzo.
Manuela ha quasi 50 anni. Ha sempre gonne sotto il ginocchio e capelli cotonati. Quando ti incantona alla macchinetta del caffè non ti lascia più andare, tanto che quando spunta in fondo al corridoio c’è un fuggi-fuggi. Mi hanno detto, “e tu non c’eri quando sua figlia ha iniziato a uscire con un marocchino!”
Guido lavora qua dal 1980. Tutte le mattine inizia poco dopo le 7, anche se il suo orario di ufficio è dalle 8. E’ altissimo, capelli bianchi, un sorriso sghembo. Non ha fatto granché carriera, ora lavora sotto uno più giovane di 10 anni che è arrivato nel 2007.
Sarah è qua da un anno. Lavora fianco a fianco con “l’ape regina”, una capufficio che tormenta i suoi sottoposti. Rimane in ufficio spesso fino alle 7, a volte va via alle 8. Le vengono riconosciuti la metà degli straordinari effettivamente fatti. Chissà se anche questa è una selezione, per vedere quanto è disposta a sopportare.
Come si fa a non affezionarsi a tutte queste persone?

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