mercoledì 24 ottobre 2012

A noi piacciono guerrieri

Calma piatta sul fronte ricerca di lavoro: stavo quasi riconsiderando il piano B, quando arriva la chiamata per un colloquio presso un'agenzia di selezione.

L'appuntamento è in un palazzone di uffici, al quinto piano. Salgo.

L'ascensore mi scarica su un pianerottolo con tre porte grigie, due sedie, nessuna targa e nessun campanello; c'è solo un grosso monitor.
E dentro al monitor, sgranata e con un segnale scadente come se videochiamasse da Nairobi, un viso di donna e la scritta "Anna - assistente virtuale".
Che mi parla. "Posso esserle utile?"
Penso: è una candid camera.

Penso: ma questo tentacolo che sporge dal muro, non sarà mica un microfono?
Penso anche: sta a vedere che non mi fanno nemmeno entrare, tutto il colloquio si svolge qua sul pianerottolo.
"Ehm... sono Girandola Precaria, ho un colloquio con xxx".
"Si accomodi, che chiamo la dottoressa."

Mi siedo e guardo le telecamere intorno a me.
Mi chiedo se ci sia un punto dove non possa essere ripresa, come in 1984.
Mi domando anche se è una figura molto brutta fare una foto al monitor parlante. Il mondo deve sapere.
Guardo di sottecchi la faccia nel 32 pollici. Non capisco se sia una webcam o un'immagine registrata. Se è vera, pensa che palle non potersi mai mettere le dita nel naso.

Si apre la porta, una persona reale mi accompagna in ufficio e mi fa accomodare.
Inizia a lamentarsi della segretaria che non ha capito il mio nome e cognome.
"Il mio cognome è sempre difficile da capire", la giustifico. "Sì, ma il nome! Se non capisci, per lo meno chiedi di nuovo!"
L'aveva riferito senza la prima lettera. La sua insistenza mi mette un po' in imbarazzo.

Tiro fuori il cv, appoggio la borsa sulla sedia, poi per terra. "Non metterla per terra. Appoggiala lì", mi dice indicando la scrivania.
Scarsa pulizia? A prima vista non sembra. Ha paura che finisca tra i cavi del pc? Mah.

"Perché hai stampato il cv in questo colore?"
L'ultima versione del cv (credo un 23.2, almeno) è color prugna scuro. "Mah, per gusto personale, per differenziarsi..."
"No, guarda. Vedi che non risalta sul bianco? Tu hai gli occhiali, anche io ho disturbi agli occhi. E' importante non affaticarsi."
Prende la penna e inizia a correggere. Le prime righe hanno l'iniziale minuscola, le scrive maiuscole.
"Guarda, qua hai scritto: "nata... residente... e poi hai messo il numero di telefono senza indicare niente. Per coerenza devi scrivere: telefono... E poi, perché metti gli slash dopo il prefisso? Io faccio copia incolla, poi mi tocca toglierlo"
"Nella mia esperienza lavorativa in genere i numeri di telefono li digitavo, specie con un numero di cellulare è molto più leggibile".
"No, no, togli tutto".

Dove sono capitata? Che colloquio è questo?

Apre il mio cv formato Word. E inizia a modificarne la grafica.
"E' tutto in Times New Roman.". Seleziona tutto, e cambia font.
"Meglio Arial, più leggibile. Le mansioni: mettile con un elenco puntato, che saltano agli occhi. E scrivi di più: se capita qualche ignorante a selezionarti, e non legge sul tuo cv esattamente quello che è scritto nell'annuncio, ti scarta."
"Ma poi diventa molto lungo, è già una pagina e mezza"
"No, no, vedi? Metti il nome dell'azienda di fianco alle date del rapporto di lavoro, e poi stringi un po' qua... ecco... vedi che al massimo si arriva a riempire le due pagine, ma in maniera più ariosa"

Va avanti a limare, dare di tab, cambiare il grassetto.
Nel frattempo parliamo delle mie esperienze: mentre mette le mansioni in elenco puntato le approfondiamo; mentre cambia formato delle date spiego perché i miei ultimi due lavori sono durati poco, e com'è lavorare nell'azienda migliore del mondo e in quella peggiore.

Mi ascolta attentamente, mi chiede se la mia strada, ora, sono le risorse umane.
"Mi sembra di essere tagliata per quello, sì. Ma non escludo di fare altro. Solo, è molto difficile, alla mia età, dedicarsi ad altri ambiti. Sembrano cercare solo giovanissimi, o gente con esperienza".

"In Italia c'è questa mentalità così rigida", mi risponde. "Ci sono le cosiddette competenze trasversali, per cui uno potrebbe anche cambiare tipo di lavoro e riuscire bene; invece si cerca solo l'esperienza, e basta, è un peccato".
Sono d'accordo con lei, le racconto di come per un anno non trovavo lavoro perché troppo vecchia per l'apprendistato, e nemmeno le agenzie interinali mi volevano.
Mi dice: "Si vede che tu hai voglia di imparare. Sai quanta gente dice la stessa cosa, e invece poi è così?" Stringe gli occhi e mima una scatola.

"Tu sei la tipica impiegata dell'azienda migliore del mondo. Un'azienda storica, inquadrata, seriosa. Hai 30 anni, devi svecchiarti. Devi presentarti con più vivacità. E poi, santo cielo!, non vestirti mai più di nero a un colloquio"
"Mi vesto di nero per essere professionale, ho un volto che di solito non dimostra i miei anni, non voglio passare per ragazzina."
"Ma così sembra che ne hai 50. Sei fatta così, tu? Sei vecchia dentro?"
Merda, mi dicevano che ero vecchia dentro, sì. Già a 15 anni. Come fa questa tipa a saperlo?
"Devi darti una spolverata. Guardami, secondo te con questo maglioncino di un colore non ben definito sono meno professionale?"
Beh, i jeans e le scarpe da ginnastica non aiutano, ma non lo dico.
"Una bella camicia! Di quello hai bisogno. Però chiara, bianca, azzurra.
Nel tuo cv si vede che non hai tanta esperienza per la tua età, devi puntare su altro, devi dare un'immagine di freschezza.
Perché non fai dei corsi, adesso che non lavori?"
"Ci avevo pensato, ma quelli che mi interessano sono molto costosi. Gli altri... riguardano cose che so già".
"Ma non importa se sono fumo negli occhi! Servono per fare da maquillage. Guarda: hai solo la maturità scientifica. Non serve a niente. Devi inserire un po' di cose qua, nel paragrafo "istruzione". E' questione di furbizia. E poi, l'inglese scolastico!"
"Le lingue non sono il mio forte"
"Ma che significa! Basta mettercisi. Comunicare, anche se non si sanno le cose alla perfezione. E' difficile per tutti, ma non bisogna arrendersi! Non sei stata molto tenace, vero?
Il tuo cv va in down, con l'istruzione. Torna un po' su con le conoscenze informatiche, e di nuovo giù con le lingue. Bisogna portarlo su, capito?" Schiocca la lingua. "Tu hai del buono da proporre. Non è come vorresti? Pazienza, ma non ti buttare giù da sola. Se non ti esponi tu, nessuno ti viene a cercare"
Mi guarda, e poi mi dice pacata: "A noi piacciono guerrieri."

Mi stampa il cv rimaneggiato, mi dice di reimpostarlo e girarglielo via mail, che se va bene lo manda nelle sue "mailing list", e mi congeda.
Sono frastornata.
Chiamo l'ascensore, mi viene in mente di fotografare il monitor, ma il cellulare non si accende in tempo.

Oggi ho riscritto il cv. Una faticaccia, soprattutto impaginarlo con Word.
Gliel'ho mandato, e mi ha risposto:

"Va meglio. Grazie.Saluti"

9 commenti:

  1. Sicura che non fosse un corso per imparare a vendersi e a scrivere curriculum invece di un colloquio?
    Però, ti dirò, questa tipa non mi dispiace.
    P.S. Mi è venuto il dubbio che abbiamo quasi lo stesso nome ;)

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  2. La ragazza aveva accento straniero, non è stato un errore così clamoroso...
    diciamo che il mio nome senza la prima lettera non è un nome proprio, ma in italiano esiste. Ora dammi tu un indizio :)

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  3. Non ci posso credere. Sembra una pagina di fantascienza.

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  4. Mentre ero lì ero contenta che mi stesse succedendo tutto questo... Sapevo che avreste apprezzato

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  5. Il vero portato dell'elevato tasso di disoccupazione è questo: che siamo in balia di questi pazzi, che dicono bianco come fosse il vangelo, ma potrebbero anche dire nero con la stessa legittimità. E noi - per lo meno quelli di noi che ancora vogliono provarci - a cercare di capire se abbiamo di fronte un pazzo del tipo A, o del tipo B, o del tipo C... fini ad esaurimento lettere :)

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  6. come già è stato sapientemente scritto, la realtà supera di molto la fantasia

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  7. "quando arriva la chiamata per un colloquio presso un'agenzia di selezione."
    ah beh, questa frase dice tutto =D

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  8. Ma dai ma io voglio la foto del monitorrrr

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