martedì 27 dicembre 2011

Voglio i nomi

Odio quando, durante le feste, i negozi sono chiusi e le attività tutte ferme. Non posso nemmeno cercare lavoro.

Io per mesi ho lavorato tutti i giorni. Dal lunedì al venerdì, al pomeriggio, facevo il Servizio Civile Volontario (una scelta che ti cambia la vita), che, ho scoperto poi, non è un contratto di lavoro (no indennità di disoccupazione, no licenza matrimoniale, tra le altre cose), ma io mi recavo in ufficio tutti i giorni e venivo pagata (ecco da cosa deriva il mio abbaglio!).


Il venerdì mattina, il sabato e la domenica lavoravo in una agenzia di scommesse. Questa esperienza meriterebbe svariati post.
Il totale delle ore settimanali, tra un lavoro (ops!) e l'altro, era di 40. La paga totale mensile che portavo a casa, tra uno e l'altro, era 600 euro netti.

L'agenzia di scommesse rimane il luogo in cui la fantasia raggiunge vette mai viste. La fantasia applicata a un contratto di lavoro, intendo.

Il proprietario di quella e altre due-tre sale scommesse, un vecchio bavoso con villa in Sardegna che tentava di baciare tutte le sue dipendenti, aveva bisogno di diverse ragazze per i turni, visto che i cavalli smettono di correre solo un giorno: il 25 dicembre. Quindi, sempre aperti, mattina e pomeriggio, e d'estate pure la sera.

Il contratto era di 1 (una) pagina, e diceva: tu schiavo sei un co.co.co, e ce ne fottiamo se il co.co.co non esiste più; tu schiavo lavorerai quando sarai chiamato, e per una paga che ogni volta concordiamo. Stop.

Cioè: l'agenzia ti offriva diciamo due o tre turni alla settimana, in genere di 5 ore e in genere di sabato e domenica, quando naturalmente c'erano più clienti. Potevi anche rifiutare. Poi però non sapevi se saresti stato ancora chiamato.
La contrattazione della paga era così: l'agenzia diceva: ti pago 4,13 euro l'ora, netti, da lunedì a venerdì (l'equivalente di 8.000 lire), e 4,64 euro netti, l'ora, il sabato e la domenica (l'equivalente di 9.000 lire).
Se ti va bene, bene. Se non ti va bene, aria.
Ovviamente, non esisteva la malattia. Se eri malato, il caso rientrava nel punto 1: rifiuto del turno proposto. Idem per le ferie.
In più: la responsabilità del cassetto. Cioè del malloppo in cassa. Se mancavano dei soldi ce li dovevi mettere tu.

Avete mai lavorato una domenica pomeriggio per 3 euro? Io sì, sapete perché?
Gli scommettitori non sono sempre persone onestissime. Se per esempio dando un resto, o pagando una vincita, si danno 20 euro in più al cliente, questi in genere non ti fa notare l'errore, e incassa vincente. Quindi, 5 ore di lavoro di domenica = 23,20 euro di paga, meno 20 euro che mancavano in cassa = 3,20 euro da portare a casa.
E se non ti va bene... ma che lo dico a fare.


Non sono del tutto sicura che ciò sia legale. Ma se tutto questo è legale, voglio i nomi dei responsabili.
Ah, dimenticavo. 15 ore di formazione non pagate, cioè tre pomeriggi "a-gratis". All'epoca, si potevano aspettare 3 giorni prima di regolarizzare un'assunzione. Se arrivava la Guardia di Finanza, erano quei giorni lì.

Nessun commento:

Posta un commento